La barca laboratorio

L’Università di Udine ha trasformato una barca a vela da regata in laboratorio, avviando il progetto didattico e di ricerca applicata in ambito nautico “Uniud Sailing Lab”. L’obiettivo è definire, progettare, installare e collaudare dei dispositivi, sviluppati dai ricercatori dell’ateneo friulano, per ottimizzare i parametri che garantiscono la massima propulsione velica alle diverse andature, oltre a migliorare la sicurezza a bordo.

L’imbarcazione protagonista del progetto è la “William B”, un Archambault A35 di 10 metri e mezzo, ormeggiata alla Società velica “Oscar Cosulich” (Svoc) di Monfalcone, messo a disposizione gratuitamente dall’armatore Alessandro Bottecchia. 


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Il gruppo di lavoro che segue il progetto, coordinato da Francesco Trevisan, dovrà mettere a punto e integrare fra loro i dispositivi meccanici, elettrici, elettronici e informatici di bordo: sensori, reti di comunicazione wireless, sistemi di accumulo e generazione dell’energia, sistemi di ausilio alla navigazione notturna e diurna e strumenti di comunicazione dati (navigazione, meteo, manutenzione, ecc.).

«Le condizioni di utilizzo di queste tecnologie a bordo di un’imbarcazione – spiega Trevisan – rendono particolarmente stimolanti le attività di analisi, progettazione e validazione delle soluzioni, con ricadute positive sia sulla didattica avanzata che su aspetti di ricerca». Le unità a vela per il diporto, infatti, richiedono funzioni sempre più complesse, come il controllo delle vele e degli attuatori, la sensoristica, la distribuzione delle informazioni verso i sistemi di navigazione oltre alle comunicazioni nave-terra dei dati. «Questo – sottolinea Trevisan – comporta una integrazione sempre più spinta tra i diversi dispositivi di bordo».

Inoltre, evidenza il coordinatore del progetto, «la vela agonistica contribuisce a evocare e rafforzare la linea “green” puntando all’aumento dell’efficienza energetica, allo sviluppo di sistemi di generazione e gestione dell’energia a bordo per ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera».

Il progetto di ricerca, di durata biennale, è sostenuto dall’azienda SIPE srl di Scorzè (Ve), software house specializzata in prodotti gestionali, e cofinanziato dall’Ateneo. Il gruppo di ricerca impegnato in “Uniud Sailing Lab” è formato da docenti e studenti dei dipartimenti Politecnico di ingegneria e architettura; Scienze agroalimentari, ambientali e animali e Scienze matematiche, informatiche e fisiche.

qui.uniud.it – 18 ottobre 2016 – Stefano Govetto